Come presidente dell’SDP di Rovigno, sono profondamente preoccupata per il modo in cui l’amministrazione comunale gestisce il denaro pubblico e per la mancanza di trasparenza nei processi decisionali. Recentemente, in base alla Legge sull’accesso alle informazioni, abbiamo richiesto il rapporto sul sondaggio condotto per il quale la Città di Rovigno ha speso 5.060,06 euro. La risposta che abbiamo ricevuto? Due pagine! Anche se il documento dovrebbe contenere 17 pagine, ci sono state fornite solo l’inizio e la fine, il che solleva gravi interrogativi sulla disponibilità delle informazioni per i cittadini.
Risultati segreti di un sondaggio pagato con fondi pubblici
Ricordo che la Città di Rovigno ha commissionato un’indagine tramite l’agenzia Alphera per valutare la soddisfazione dei cittadini sulla gestione comunale e la necessità di istituire i comitati di quartiere. Tuttavia, dopo quasi due anni, questi risultati non sono ancora stati pubblicati. I cittadini di Rovigno hanno finanziato questo sondaggio, ma gli viene negato il diritto di conoscerne i risultati. Com’è possibile? Come si giustifica che la città spenda denaro per un’indagine sull’opinione pubblica e poi nasconda quei dati agli stessi cittadini?
La mancanza di trasparenza come regola
Questo non è un caso isolato. Le sedute del Consiglio comunale non sono completamente accessibili, le registrazioni audio ufficiali non possono essere distribuite pubblicamente e ora ci troviamo di fronte a una nuova forma di opacità: i risultati dei sondaggi che non devono essere resi pubblici. Ritengo che ciò rappresenti una grave violazione del diritto dei cittadini all’informazione e un chiaro attacco ai processi democratici.
Comitati di quartiere, perché non li abbiamo?
È particolarmente preoccupante che Rovigno, nonostante le promesse di lungo corso, non abbia ancora istituito i comitati di quartiere. L’SDP ritiene che queste unità di autogoverno locale siano fondamentali per garantire la partecipazione dei cittadini alle decisioni che li riguardano direttamente. Se i comitati di quartiere non fossero importanti, la Regione Istriana non stanzierebbe fondi per i loro progetti.
È evidente che l’amministrazione comunale non è disposta a consentire ai cittadini un maggiore livello di partecipazione, né a condividere informazioni cruciali finanziate con denaro pubblico. Noi dell’SDP continueremo a lottare per la trasparenza, una gestione equa delle risorse e un maggiore coinvolgimento dei cittadini nel governo della nostra città.