Ieri sera, presso la Casa della Cultura di Rovigno, si è tenuta un’interessante conferenza dello storico Eric Ušić sui graffiti risalenti al periodo della Seconda guerra mondiale e del dopoguerra in Istria. Questi graffiti non erano semplici scarabocchi sui muri, ma un potente strumento di resistenza politica, propaganda e affermazione dell’identità in tempi di grandi cambiamenti.
I graffiti come espressione della resistenza al fascismo
Dopo la Prima guerra mondiale, l’Istria divenne parte del Regno d’Italia e il regime fascista impose una dura politica di italianizzazione. In questo contesto repressivo, comparvero i primi graffiti antifascisti, scritti come segno di opposizione. Questi messaggi erano voci silenziose ma coraggiose di coloro che sfidavano il regime.
Nel 1943, con la capitolazione dell’Italia e l’arrivo delle unità partigiane, i graffiti assunsero un nuovo significato, diventando un mezzo di comunicazione e mobilitazione. Spesso erano scritti in italiano per raggiungere il maggior numero possibile di persone e ottenere nuovi sostenitori. Le strade divennero una tela su cui venivano dipinti messaggi di lotta per la libertà e la giustizia.
Messaggi che hanno fatto la storia
Particolarmente significativo fu il periodo del 1946, quando attivisti scrivevano slogan come “Vogliamo Tito, non vogliamo il re” e “L’Istria è Jugoslavia”. Questi messaggi riflettevano le forti tensioni politiche e la volontà di una parte della popolazione di vedere l’Istria annessa alla Jugoslavia dell’epoca.
Scrivere graffiti in quel periodo era estremamente rischioso: chi veniva sorpreso a farlo poteva subire gravi conseguenze. I colori venivano reperiti in modo improvvisato, spesso utilizzando materiali naturali come bauxite, calce e persino sangue animale.
Tracce del passato visibili ancora oggi
Sebbene molti di questi graffiti siano svaniti con il tempo, alcuni sono ancora visibili, mantenendo viva la memoria delle lotte politiche e dei cambiamenti sociali che hanno segnato l’Istria. Sono veri e propri monumenti, non solo a un’ideologia, ma anche al coraggio di chi, rischiando tutto, cercava di plasmare il proprio destino.
La conferenza di Eric Ušić ha offerto un’affascinante prospettiva sulla storia dell’Istria attraverso l’arte di strada e l’attivismo politico. Questi graffiti rimangono una testimonianza del passato, ma anche un monito sull’importanza di esprimere le proprie idee e continuare a lottare per una società più giusta.